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Avvocatura, Cnf “Bene la ripresa della discussione della riforma dell’avvocatura"
23/02/2012
23/02/2012 - Il presidente Alpa: “Deve essere riconosciuta la specialità della professione forense, che ha una funzione costituzionalmente garantita ”. Il segretario Mascherin: “La discussione parlamentare della proposta di legge consentirà di individuare le soluzioni migliori per aggiornare lo Statuto dell’avvocatura nel rispetto dei diritti dei cittadini”Roma. Il Consiglio nazionale forense esprime soddisfazione per l’annuncio del presidente della commissione giustizia di Montecitorio, Giulia Bongiorno, di una “convergenza tra Pd e Pdl che hanno chiesto di rimettere in calendario la riforma della professione forense, già da martedì in commissione giustizia alla camera. Intenzione ribadita oggi da Anna Finocchiaro (Pd), da Filippo Berselli (Pdl), da Roberto Cota (Lega) e Francesco Bruno(Api), intervenuti al convegno dell’Unione delle Camere penali.
“La proposta di legge di riforma dell’avvocatura, già approvata dal senato, esprime un progetto organico e sistematico che conserva i valori di una professione posta al servizio della difesa dei diritti dei cittadini”, ha detto il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa, intervenuto in mattinata alla manifestazione dell’Adriano. “Finora abbiamo assistito a un pericoloso avanzare di un nuovo ordine corporativo, quello economico, senza alcun recupero dei valori del diritto”, ha sottolineato Alpa. “Siamo in un deficit di democrazia: riforme così delicate non posso essere affidate a regolamenti ministeriali. La partecipazione è un valore che ci hanno consegnato i nostri costituenti”.
Il presidente del Cnf ha espresso all’assemblea l’adesione a tutte le iniziative che l’avvocatura vorrà assumere per segnalare il grave disagio che sta vivendo in questo momento, “anche per recuperare quella dignità che mi sembra di aver perduto”.
“ Il dibattito parlamentare alla Camera consentirà di individuare le soluzioni migliori per rafforzare la qualificazione e il ruolo costituzionale dell’avvocatura. D’altra parte, la riforma organica già contiene misure volte a garantire il cliente: l’assicurazione obbligatoria, la specializzazione, la riforma dell’accesso, il rafforzamento del controllo disciplinare. Ma non mette a rischio l’autonomia e l’indipendenza degli avvocati, che sono principi irrinunciabili per una funzione che partecipa, con i magistrati, alla tutela dei diritti dei cittadini”, ha sottolineato il consigliere segretario Andrea Mascherin.
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Giustizia e liberalizzazioni: avvocatura proclama sciopero per 10 giorni
23/02/2012
OUA - A Roma duemila legali in assemblea decidono di radicalizzare la protesta: 10 giornate di sciopero dal 14 al 24 marzo, manifestazione nazionale a Roma il 14 davanti il Ministero della Giustizia, blocco totale delle attività giudiziaria con sciopero bianco e autosospensione dalle funzioni di avvocato, dal gratuito patrocinio e dalla difesa d’ufficio.Si è tenuta oggi, 23 febbraio 2012, a Roma, presso il cinema Adriano una grande manifestazione indetta dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura, la rappresentanza politica degli avvocati, in contemporanea con la prima giornata di astensione dalle udienze. Presenti oltre duemila legali, provenienti da tutta Italia, le rappresentanze del Cnf e della Cassa Forense e i Presidenti e rappresentanti degli ordini territoriali e delle associazioni forensi. Lo sciopero continua domani con iniziative insieme ai cittadini e ai sindaci in oltre 100 città ed uffici giudiziari. Gli avvocati occuperanno simbolicamente i Tribunali.«I professionisti sono oltre 3milioni, un popolo in marcia, colpito dalla crisi economica, preoccupato, indignato e pronto a tutto per difendere i propri diritti da un sistema partitico ormai senza credibilità. A Roma all’Adriano c’era una parte importante del ceto medio intellettuale italiano, un pezzo di società che non si sente più rappresentata dalla politica. Le politiche degli ultimi governi hanno segnato una linea di continuità: l’aggressione costante al mondo delle libere professioni e, in particolare, agli avvocati: dall’abolizione delle tariffe alla delegificazione dell’ordinamento forense, passando per l’introduzione dei soci di capitale negli studi professionali e del sistema di media-conciliazione obbligatoria, fino alle norme vessatorie sul processo civile, all’accorpamento degli uffici dei giudici di pace, nonché la previsione di revisione della geografia giudiziaria e l’istituzione dei Tribunali per le imprese. Sono tutti tasselli di un unico disegno: indebolire gli avvocati, il diritto di difesa e rottamare la macchina giudiziaria. Oggi è stata forte la risposta degli avvocati, l’1 marzo a Napoli sarà altrettanto vigorosa quella di tutti i professionisti».«L’assemblea di oggi, con duemila presenze e l’alta adesione allo sciopero – conclude de Tilla – ha fissato i paletti per la riapertura di un dialogo: eliminazione della norma che prevede i soci di capitale negli studi professionali, abrogazione dell’articolo 9 che abolisce le tariffe, il superamento della recente legge sul processo civile, lo slittamento dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà della media conciliazione per gli incidenti e i condomini, anche considerando le prossime decisioni della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea. Infine due tavoli di discussione, con avvocati e magistrati per ridiscutere tanto la revisione della geografia giudiziaria, così come l’accorpamento-eliminazione degli uffici dei giudici di pace. Se il Governo ostinatamente rifiuterà il confronto, andremo avanti con ancora più decisione: le giornate di sciopero diventano dieci, dal 14 al 24 marzo ulteriore sciopero, Congresso straordinario a Milano (23-24), blocco totale della Giustizia con sciopero bianco, stop alle difese d’ufficio e al gratuito patrocinio. Protesta unitaria con tutte le altre professioni e autosospensione dalle funzioni». -
Avvocati Palermo: ecco tutti gli eletti al Consiglio
21/02/2012
"Avvocati indipendenti" conquista al ballottaggio le prime tre posizioni. La formazione del presidente uscente Francesco Greco ha però la maggioranza, con 12 consiglieri. Il nuovo vertice dei legali palermitani sarà eletto nel corso della prima seduta. Si è concluso il turno di ballottaggio delle elezioni del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Palermo, che ha visto in corsa 21 candidati per eleggere 12 consiglieri. I primi tre eletti appartengono alla lista degli "Avvocati Indipendenti": sono Marina Vajana, Annamaria Introini e Giovanni Rizzuti. Della lista guidata da Francesco Greco, inizialmente formata da 15 candidati, sono stati eletti al ballottaggio in otto, che si aggiungono ai tre confermati del primo turno (il presidente uscente Greco, l'ex segretario Piero Alosi e l'ex tesoriere Giuseppe Di Stefano). Tra i nuovi consiglieri eletti, al sesto posto, si è classificato l'avvocato Ciro Fortunato, che correva autonomamente.Ecco di seguito i risultati dell'ultima votazione:Marina Vajana (1456 voti), Annamaria Introini (1330), Giovanni Rizzuti (1243), Francesco Pantaleone (1210), Maurizio Argento (1156), Ciro Fortunato (1026), Renato Catuogno (963), Cesare Faiella (955), Alessandro Gjomarkaj (951), Accursio Gallo (947), Franco Ieni (923), Maurizio Giaconia (890). Per soli 41 voti non è stato eletto Toni Gattuso, giunto tredicesimo con 849 voti, Sonia Spallita e Carla Randi, della stessa lista, sono giunte quattordicesima e quindicesima.
LISTA “AVVOCATI INDIPENDENTI”
Non è facile parlare di elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine in un periodo, come quello attuale, caratterizzato da incertezza e preoccupazioni.
Nel panorama nazionale, economicamente e psicologicamente depresso, è in atto una radicale trasformazione dell'ordinamento professionale e del sistema di tutela giurisdizionale.
La sensazione è che manchi un progetto generale di società e che la vita di ogni individuo debba essere sacrificata sull'altare degli indici di Borsa, attraverso l'abile gestione di disastri finanziari, resa possibile dall'insipienza di una classe politica screditata.
Negli ultimi anni l'Avvocatura ha contestato le aggressioni alla propria autonomia, ha difeso il sistema tariffario, ha rivendicato il controllo dell'accesso alla professione ed ha richiesto con forza la riforma della legge professionale.
Oggi la Classe Forense, mentre si trova impegnata a difendere la propria sopravvivenza, non può nascondere però i propri errori e le proprie distrazioni.
Come singoli ed in grande maggioranza, noi avvocati abbiamo contribuito con fatica ad assicurare ad una moltitudine di persone, anche a quelle che non ne avevano i mezzi e persino quando i nostri cominciavano a scarseggiare, la piena difesa dei diritti.
Come categoria, però, siamo spesso apparsi incapaci di difendere in concreto i valori e le prerogative considerati irrinunciabili.
Spesso ci siamo fatti trovare impreparati rispetto alla profonda trasformazione della società
Per questo abbiamo ritenuto che questa elezione possa offrire una valida occasione di riflessione non più differibile.
Il Consiglio dell’Ordine è un’istituzione la cui stessa sopravvivenza è oggi messa in discussione, anche da settori sempre più ampi della stessa Avvocatura.
La crisi economica, l’aumento ingiustificato dei costi del processo, le bulimiche modifiche normative e talune oggettive indeguatezze, hanno costretto un numero sempre crescente di avvocati a concentrare l’attenzione sulla difesa della propria attività.
Ciò nonostante li Consiglio è (o dovrebbe essere), al tempo stesso uno scudo ed un riferimento per gli avvocati e per i praticanti, nei rapporti tra colleghi, con la struttura giudiziaria e con la società, anche se le sue numerose funzioni sono talvolta sconosciute ad un gran numero di iscritti.
Non è più rinviabile una profonda riorganizzazione delle attività del Consiglio che deve passare, prima di tutto, attraverso la possibilità, per ogni iscritto, di essere informato di qualunque decisione o attività che non sia ontologicamente riservata e, ove possibile, di esserne coinvolto.
Nello svolgimento delle sue funzioni il Consiglio deve sapere bilanciare il rigore istituzionale con la capacità di ascoltare e comprendere le molteplici istanze e le legittime preoccupazioni provenienti dal quel mondo complesso e variegato che oggi costituisce l'Avvocatura palermitana.
Occorre garantire a tutti la piena indipendenza dall'Autorità giudiziaria, nel rispetto delle prerogative di ciascuno, così come da ogni altra influenza esterna, intervenendo ogni qual volta sia messo in discussione l'esercizio del mandato difensivo.
È necessario favorire e dirigere l'innovazione senza averne paura, non rinunciando, tuttavia, all'etica della professione al fine di trasmettere ai più giovani l’orgoglio di essere avvocato senza inibirne le naturali istanze verso una autentica modernizzazione.
Con questi propositi abbiamo deciso di partecipare alle Elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine.